La sterilizzazione

con Nessun commento

E’ consigliabile la sterilizzazione in una cagna?

Si discute da anni, in Italia, se sia consigliabile o meno la sterilizzazione della cagna;  si discute anche se sia meglio aspettare che abbia raggiunto la maturità sessuale, quindi che abbia fatto il primo calore, o  se sia il caso di farle fare prima una gravidanza per poi sterilizzarla Negli Stati Uniti questo problema è stato affrontato, discusso e risolto già nei primi anni ottanta. E’ stato dimostrato che la sterilizzazione precoce della cagna diminuisce enormemente la probabilità d’insorgenza di tumori mammari, quindi negli Stati Uniti si sterilizza già a 4 mesi. I dati, pubblicati nel 1984, ci confermano, infatti, una probabilità inferiore all’1 % nelle femmine sterilizzate prima del primo calore, probabilità che sale all’8 % in quelle operate tra il primo ed il secondo ed arriva al 24 % nelle femmine sterilizzate dopo il secondo calore, mentre l’intervento negli anni successivi non sembra avere più alcuna influenza sulla probabilità d’insorgenza delle neoplasie mammarie. Occorre poi ricordare che la femmina sterilizzata non rischierà gravidanze indesiderate o patologie riguardanti utero ed ovaie, come tumori o cisti ovariche, ed infezioni uterine, le piometre, di cui qualcuno avrà sentito parlare, che spesso richiedono una chirurgia d’urgenza.

Quali sono i rischi della sterilizzazione?

Dopo aver parlato tanto bene della sterilizzazione è giusto anche esaminarne le controindicazioni, che per la verità sono ben poche. Il rischio maggiore è dato dal fatto che per sterilizzare una femmina è necessario un intervento chirurgico effettuato in anestesia generale, in quanto occorre aprire l’addome ed arrivare alle ovaie che devono essere asportate completamente. Vi sono due scuole di pensiero al riguardo: chi consiglia solo l’asportazione delle ovaie e chi toglie anche l’utero e questo sembra influire sul maggiore effetto collaterale della sterilizzazione: alcune cagne, infatti, in seguito all’intervento, diventano parzialmente incontinenti, quindi possono perdere gocce di urina soprattutto durante il riposo o nelle ore notturne. Sembra che questo accada più frequentemente nelle femmine a cui sia stato asportato anche l’utero, ma ulteriori studi chiariranno il fenomeno. Altra controindicazione, se così possiamo chiamarla, dipende dal fatto che la cagna a cui abbiamo tolto le ovaie, e quindi gli ormoni da esse prodotti, andrà incontro ad un aumento di peso, che noi dovremo contrastare con una alimentazione adeguata.

E nella gatta?

Nella gatta vale quanto detto per la cagna, con un paio di precisazioni. Non vi sono studi che individuino precise percentuali di rischio secondo il periodo di intervento, ma occorre sottolineare che mentre nella cagna i tumori mammari hanno caratteri di malignità più o meno nel 50 % dei casi, nella gatta i tumori mammari maligni sfiorano percentuali drammatiche, si parla almeno dell’ 85 % dei casi. Per contro non sono segnalate nella gatta le incontinenze urinarie che abbiamo detto essere possibili nella cagna. Anche nella gatta l’aumento di peso si verifica abitualmente e diventa un problema serio in quegli animali che, vivendo in casa, si muovono poco.